Essere bambini a Gaza

Quanto accade a Gaza non può lasciarci insensibili, anche perché, come per ogni guerra, le vittime sono sempre i più deboli. Eccovi una riflessione di una studentessa di Prima Media. 

Dopo aver letto questo articolo ho pensato che la guerra cambia la vita dei bambini, sicuramente psicologicamente ma in alcuni casi anche fisicamente.

Psicologicamente, perché saranno per sempre traumatizzati dalle esplosioni e dalla violenza, oppure quando si perdono i propri cari, come i genitori, nonni, amici.

Fisicamente, perché molti bambini, quasi 5230 in 11 mesi (ma non solo anche adulti) hanno perso le braccia e/o gambe, quindi restano invalidi. 

Durante la guerra i bambini non possono fare una vita bella come la nostra, con le Barbie, macchinine, giocando tutto il giorno con la sorella, fratello, nonni, genitori, ma soprattutto amici.




Loro invece devono ripararsi dalle bombe con la paura di non trattenere il respiro da un momento all’altro o di perdere le persone con le quali, se fossero nati in un altro paese, sarebbero lì a casa con loro a giocare.

Altro problema è l'istruzione: durante la guerra i bambini e ragazzi non possono studiare e imparare cose nuove.

Per fortuna ci sono delle associazioni umanitarie cone Save the Children che aiutano i minori in zone di guerra e che hanno perso i genitori.

Mentre noi ci lamentiamo che non siamo riusciti a comprarci dei vestiti o che non siamo riusciti a mangiare la pizza il fine settimana,ci sono delle persone che vivono in guerra, soprattutto i bambini che hanno tantissimi sogni di pace e serenità. (Andromaca)


Manifestazione per le strade di Toronto (Canada) - Foto CC da Pixels



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