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| Foto di Qimono (Lic. Creative Commons da Pixabay) |
Le challange sono sempre più diffuse sul web e suscitano l'interesse di un gran numero di persone coinvolgendo anche bambini e adolescenti.
Le challange sono delle sfide che vengono lanciate online, spesso tramite vari social network come Tik-Tok, Instagram o YouTube e lì vengono invitate le persone a ripeterle.
Possono essere divertenti e creative, altre invece possono essere molto pericolose e spingere le persone a comportamenti estremi o dannosi solo per ottenere visualizzazioni. In questi casi i partecipanti possono farsi male o influenzare negativamente altri ragazzi; per questo motivo è importante usare la testa e non lasciarsi trascinare solo dalla voglia di ”diventare virali”.
Mesi fa ho letto di un ragazzo di ventisette anni che è morto mentre si trovava da solo davanti al computer indossando una maschera anti-gas e probabilmente inalando un gas refrigerante [leggi la notizia].
Quando ho letto di questo episodio e di altri, dove alcune persone sono morte come nella “Blackout challenge” o la “Hot chip challenge “, sono rimasta basita perché non è possibile che, per ricevere alcuni likes o per ottenere visualizzazioni, delle persone possano arrivare a morire.
Io non credo che farò mai una cosa del genere perché sono azioni che non dimostrano nulla della persona che si è e le ritengo inutili; preferisco usare il mondo del web diversamente.
Non credo che il ragazzo dell' articolo volesse morire: probabilmente ha sottovalutato quello che stava facendo.
Alle volte è importante confrontarsi e parlare con degli adulti o fra amici per valutare meglio le situazioni.
Come in altri casi, non esiste solo il lato negativo infatti ci sono anche challenge di beneficenza che sono sfide che vanno affrontate per raccogliere fondi per una causa sociale come, ad esempio, la “Ice bucket challange” dove le persone vengono filmate mentre si versano sulla testa un secchio d’acqua ghiacciata mentre nominano altre tre persone che dovranno fare lo stesso in ventiquattro ore. Questo è fatto per sensibilizzare e raccogliere fondi per la ricerca su una terribile malattia, la SLA.
Spero che i miei coetanei capiscano che le challange possono essere un problema se utilizzate male e che la vita di ciascuno di noi è unica. (Amai)
Per saperne di più, leggi qui.

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